Hai mai giocato a colpire un bersaglio?
Sai com’è quando tiri una pallina e speri di fare centro, ma le palline vanno in giro dappertutto? A volte qualcuna si avvicina al centro, altre volte vanno lontane e sembrano colpire punti a caso.
Ecco, in psicologia capita qualcosa di simile. Noi cerchiamo di capire le persone, ma spesso le loro risposte sono come le palline sparse sul bersaglio: ci danno un’idea, ma non dicono esattamente le coordinate del bersaglio.
Immagina che il centro del bersaglio sia la cosa che vogliamo davvero misurare, come la personalità, l’intelligenza o un’abilità specifica di una persona. Il punto che colpiamo con il lancio di una pallina, invece, è la risposta che otteniamo quando facciamo domande o test. Il nostro compito è fare in modo che le risposte colpiscano il più possibile il centro, ma non è così semplice come sembra.
A differenza di cose che si possono misurare direttamente, come l’altezza di un albero o la temperatura dell’acqua, le abilità cognitive, i pensieri e le emozioni non si vedono e non si toccano. Per questo dobbiamo usare le risposte come un riflesso di ciò che sta dentro la persona. E immaginare che il bersaglio possa muoversi nel tempo e nello spazio rendendo la misurazione in psicologia una sfida complessa e affascinante.
Cosa succede se le palline non colpiscono il centro? In psicologia, si parla di validità e attendibilità. Vediamo cosa significano con il nostro gioco del bersaglio:
Attendibile ma Non-Valido: Immagina di tirare dieci palline e di colpire sempre lo stesso punto, ma quel punto è lontano dal centro. Vuol dire che hai una buona mira (le palline vanno tutte insieme), ma non stai centrando l’obiettivo. In psicologia, questo succede quando le risposte sono tutte simili, ma non misurano davvero ciò che vogliamo capire. Ad esempio, se vogliamo sapere quanto una persona è creativa ma facciamo sempre domande solo sulla sua memoria, non sapremo mai quanto è creativa, anche se le risposte sono tutte uguali e coerenti.
Valido ma Non-Attendibile: Ora immagina che le palline colpiscano punti diversi intorno al centro, ma in modo casuale. Alcune sono vicine al centro, altre molto lontane. Vuol dire che a volte centri il bersaglio, ma non in modo costante. In psicologia, questo capita quando le risposte ci dicono qualcosa di vero, ma sono troppo variabili. È come se avessimo colto qualcosa, ma non riusciamo a ripeterlo.
C’è un’altra difficoltà: non possiamo fare centinaia di domande a una persona senza farla annoiare o stancare. Se in un gioco hai solo poche palline, devi cercare di tirarle nel modo migliore possibile. Lo stesso vale per i test psicologici: dobbiamo trovare poche domande giuste che ci aiutino a colpire il centro del bersaglio.
Più le domande sono mirate, più le risposte si concentrano verso il centro, e noi possiamo capire meglio la persona.
Trovare queste domande è il nostro lavoro in psicologia. È come avere poche palline a disposizione e voler fare sempre centro.
Per questo è importante studiare e scegliere con cura le domande giuste. Solo così possiamo “vedere” qualcosa che non possiamo misurare direttamente, come i pensieri, le emozioni e la personalità.
In sintesi, il nostro compito è fare in modo che poche palline, tirate con precisione e accuratezza, ovvero con attendibilità e validità, ci diano l’immagine più chiara possibile di cosa c’è dentro la persona. Quando ci riusciamo, è come fare centro con ogni tiro!